giovedì 20 agosto 2015

Misteri di Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe, conosciuto per i suoi racconti dell’orrore, capaci di suscitare il più puro dei terrori nella mente dell’uomo, era davvero questo solitario e macabro individuo che rifulgeva dalla società per rintanarsi nel suo mondo di alcool e oppio?
Ma prima di raccontare i tormenti che gli attribuirono, facciamo un passo indietro e concentriamoci su ciò che ha fatto di lui il più importante precursore della letteratura dell’orrore. Il segreto dei suoi lavori interessa ogni neofita, a tutti coloro che bramano imitarne la grande capacità narrativa, il suo stile così semplice che cattura sin da subito e tiene con il fiato sospeso il lettore. La sua capacità è proprio quella di risvegliare le paure che tutti noi dimentichiamo, le paure non dell’infanzia, ma del nostro cervello “primitivo”.
La sua scelta di utilizzare lo stile narrativo della prima persona permette al lettore di identificarsi con il protagonista della vicenda, a subirne le paure e a discostarsi dalle sue scelte. Con il suo stile, Poe anticipò di molto la psicoanalisi moderna (persino nella sua ultima opera “Eureka” anticipò alcuni concetti astronomici come la teoria della relatività di Einstein), egli riesce a dissezionare il pensiero di ogni personaggio, a metterne a nudo il suo “Io” e a renderlo reale. I suoi lavori infatti sono da considerarsi innanzitutto appartenenti al genere psicologico prima ancora che a quello dell’orrore, del grottesco o del raziocinio.
Poe è diretto, non usa mezzi termini, e proprio questo suo modo di fare gli procurò non pochi nemici. Infatti pochi sono a conoscenza del fatto che, oltre a scrittore, Poe era anche un critico letterario (ebbene sì, anche lui faceva recensioni). Poe non si tratteneva, non si lasciava comprare dal buonismo. D'altronde cosa ci si poteva attendere da uno come lui?
Già: da uno come lui... ma com’era in realtà Edgar Allan Poe? Ci viene descritto come un uomo burbero, e le immagini che circolano di lui – occhi strabuzzanti, baffi severi ed espressione indecifrabile – non lo aiutavano certo ad apparire simpatico. Non tutti sanno che l’immagine che spesso viene mostrata di lui appartiene ai suoi ultimi anni di vita, anni in cui decise di far crescere i baffi che in precedenza non aveva mai avuto.
Poe viveva in campagna, e non in una segreta o in cima a una torre come molti si aspetterebbero, e amava circondarsi di amici. L’avreste mai detto?
A rovinare la sua reputazione furono proprio le sue critiche letterarie.
Una sua conoscenza – uno scrittore che racchiuse in un’antologia le poesie dei poeti che, a sua detta, erano da considerarsi i migliori d’America – fu criticato da Poe per la scelta di tali autori. Secondo Poe l’autore aveva scelto le poesie dei suoi amici piuttosto che dedicare maggiore spazio a poeti di gran lunga migliori.
L’autore dell’antologia non la prese molto bene, ma non si vendicò, attese la morte di Poe per scatenare le proprie ire. Infatti scrisse un necrologio dicendo che “Poe era talmente solo che nessun amico sarebbe stato presente al suo funerale”. In più scrisse una biografia dedicata a Poe in cui lo dipinse come un solitario che aveva perso la ragione in seguito alla prematura scomparsa della moglie – e, secondo lui, a dar fondo alle sue teorie era l’ultimo lavoro di Poe “Eureka” in cui l’autore cercava disperatamente un modo per giustificare la scomparsa di sua moglie. Lo descrisse come un consumatore di oppio, ma non vi sono testimonianze che attestino il consumo di tale sostanza; e un ubriacone. In realtà nella famiglia di Poe molti avevano sofferto di alcolismo, ma Poe non riusciva a reggere l’alcool e gli bastava un solo bicchiere per sentirsi male, infatti si dice che fosse allergico all’alcool.
Il tentativo di questo “signore”, volutamente da me non citato, era quello di demolirlo per sempre, ma, al contrario dalla sua volontà, i suoi tentativi non hanno fatto altro che accrescere la fama di Poe.
Com’è morto Poe? I dettagli della sua morte sono ancora sconosciuti. Il 3 ottobre del 1849 fu trovato in pieno delirio mentre vagava per le strade di Baltimora. Indossava abiti non suoi e fu ricoverato in ospedale. Ci restò quattro giorni prima di morire; non fu mai in grado di raccontare cosa gli fosse capitato. Non esisteva una documentazione medica all'epoca, quindi si può solo ipotizzare ciò che lo colpì. Epilessia, sifilide, delirium tremens, colera e meningite, queste sono le ipotesi. La notte precedente alla sua scomparsa, ripeté per molte volte il nome "Reynolds", ma ancora oggi nessuno sa spiegare a chi stesse riferendosi.
Per ricordare il suo genio, godiamoci alcuni dei suoi lavori più celebri.
Leggi online:
Racconti di Edgar Allan Poe
Autore articolo: Gina pitarella

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