Il ciclo di Cthulhu
La nascita del ciclo di Cthulhu, la raccolta di racconti più acclamata e ricordata di Lovecraft, pone le sue radici nell’infanzia dell’autore, quando orrendi incubi lo assalivano durante la notte. Incubi che presero la forma di creature orrende, che lui chiamava “Magri Notturni”, entità diaboliche che sorgevano dalle tenebre e perseguitavano il suo sonno.
I suoi tormenti notturni si manifestarono per la prima volta nel 1895, quando egli aveva appena cinque anni. Quei terribili demoni, che persino lui aveva difficoltà a raffigurare, lo accompagnarono sino al 1937, per ben quarantadue anni.
I suoi tormenti notturni si manifestarono per la prima volta nel 1895, quando egli aveva appena cinque anni. Quei terribili demoni, che persino lui aveva difficoltà a raffigurare, lo accompagnarono sino al 1937, per ben quarantadue anni.
Benché egli avesse una scarsa e bassa opinione di sé, e di conseguenze delle proprie opere, ritengo che Lovecraft fu un uomo molto forte, riuscì infatti ad affrontare i Magri Notturni, nonostante non sia poi riuscito a vincerli, decidendo di utilizzare le sue “visioni” nei propri racconti. Nascono così le sue opere più suggestive in cui, dietro al mostro, si racchiude lo scheletro di una vita insoddisfacente e frustrante. Privato di una figura paterna, vittima di una madre iperprotettiva, costretto a vivere poi con due vecchie zie che rovinarono la sua salute, senza istruzione e amici nell’infanzia, il suo unico modo per affrontare la solitudine ed evitare l’abisso della follia in cui entrambi i suoi genitori caddero era la scrittura; non si lasciò andare ad un’esistenza inerte, combatté con i suoi demoni e – anche se non riuscì a liberarsene – li dominò e li rinchiuse nei suoi racconti.
Quelli che lui aveva nell’infanzia definito i suoi demoni, divennero per lui angeli che lo salvarono dalla solitudine.
Nel ciclo di Cthulhu sono protagoniste terribili divinità, ciascuna atta a rappresentare l’immagine di una nostra sconfitta o di una nostra tentazione. Il Grande Cthulhu, abitante dei mari che attende di risvegliarsi per dominare il mondo, rappresenta la volontà di ottenere prestigio e potere in una società che ha sempre ignorato Lovecraft. Nyarlathotep, il Caos Strisciante, che per Lovecraft rappresentava la seduzione dell’irrazionale, ossia la possibilità di rifugiarsi nella pazzia. Shub-Niggurath, il Capro Nero dai Mille Cuccioli, raffigura la sensualità vissuta con gioia liberatoria. Yog-Sothoth, il Tutto-in-Uno e l’Uno-in-Tutto, rappresenta la volontà di dominare su tutto e tutti. Azathoth, il Dio che bestemmia al centro dell’Infinito, è la rappresentazione del terrore che ognuno di noi prova nello scoprire il vero se stesso.
Ciò che permette, a detta di Lovecraft, di dominare queste creature demoniache, sono delle formule racchiuse nel Necronomicon , un antico scritto frutto di un uomo folle.
A dare inizio all’ascesa di Lovecraft fu un saggio “Il mattino dei Maghi” in cui Louis Pauwels e Jacques Bergier parlarono ampliamente della capacità delle sue opere di porsi “là dove Dio regna oltre l’infinito”. Fu il successo del saggio che diede al Ciclo di Cthulhu – e di conseguenza alle altre opere – la possibilità di uscire dall’anonimato. Stampati in duemila copie scarse da una minuscola e insignificante case editrice, cominciarono a essere richiesti in gran numero e ne furono venduti centinaia di migliaia in tutto il mondo.
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Autore articolo: Gina Pitarella
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